UNIONI GAY: I BAMBINI INNANZITUTTO | AIGA BOLOGNA
L’Associazione Italiana Giovani Avvocati Sez. di Bologna si propone di: tutelare i diritti dell’avvocatura, garantire ai praticanti e ai giovani avvocati una idonea formazione professionale, agevolarne l’accesso all’esercizio della professione forense; vigilare sul rispetto dei diritti fondamentali della persona ed in particolare sul diritto ad una effettiva difesa e ad un processo equo e di ragionevole durata; rafforzare la funzione difensiva sia nella giurisdizione statale che nelle modalità alternative di risoluzione delle controversie; diffondere i valori della professione forense, riaffermandone la rilevanza costituzionale e la specificità nei processi di integrazione con le realtà sociali ed economiche; promuovere lo sviluppo delle competenze forensi e l’armonizzazione delle norme professionali in campo internazionale, anche attraverso il coordinamento con l’AIJA. Per raggiungere tali scopi, l’Associazione organizza attività scientifiche e culturali; promuove e mantiene rapporti con le rappresentanze del mondo forense e giudiziario, istituzionali e politiche, sociali e culturali; studia, propone e sostiene soluzioni, anche normative, corrispondenti all’evoluzione della domanda di giustizia e della professione forense; promuove e sostiene la presenza della giovane avvocatura nelle istituzioni e negli organismi forensi e giudiziari. Chi si occupa di associazionismo forense e chi legge i principali quotidiani economico – giuridici (“Il Sole 24 Ore” e “Italia Oggi”), sa che l’Aiga (Associazione Italiana Giovani Avvocati) è una realtà associativa solidamente affermata a livello nazionale, che ha come scopo naturale quello della tutela degli interessi dei giovani avvocati oltre che della giustizia (e quindi dei suoi utenti, cioè tutti i cittadini) e della classe forense in generale. L’Associazione, fondata il 7 giugno 1966, ideata e promossa da Tommaso Bucciarelli, conta oltre cento sezioni in tutta Italia (elenco completo su http://www.aiga.it/) e in Emilia Romagna sono presenti, oltre a quella di Bologna, le sezioni di Parma, Piacenza, Modena, Reggio Emilia, Cesena, Ravenna e Rimini. Fra gli scopi della nostra sezione, oltre a quelli sopra indicati, vi è quindi quello di consentire ai giovani avvocati di Bologna di partecipare alla vita associativa forense oltre che a livello locale, anche a livello regionale e nazionale. L’essere socio Aiga, infatti, per noi deve comportare una partecipazione alle decisioni dei giovani avvocati italiani e non certo un mero adeguamento a deliberazioni e indicazioni prese da altri. Dunque ciò che deve interessare al socio Aiga non è solo sapere cosa sostiene l’Aiga relativamente ai diversi argomenti affrontati, ma soprattutto discutere e decidere cosa i giovani avvocati di Bologna vorranno proporre e sostenere nei direttivi nazionali dell’Aiga stessa.
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UNIONI GAY: I BAMBINI INNANZITUTTO

12 Gen UNIONI GAY: I BAMBINI INNANZITUTTO

Quest’oggi in qualità di rappresentante del Direttivo di AIGA – Sezione di Bologna ho sottoscritto questo “appello dei giuristi” volto alla tutela di chi ha un’infinita esigenza di protezione.

Invito Tutti coloro che vogliano aderire ad inviare il proprio nome e cognome e la qualifica attuale all’indirizzo: appellobambini@gmail.com.

I giudici di Strasburgo con la sentenza del 25 luglio 2015 hanno condannato l’Italia per inottemperanza all’obbligo positivo di dare attuazione ai diritti fondamentali alla vita privata e alla vita familiare delle coppie dello stesso sesso.

Come sottolineato dalla Corte costituzionale, il Parlamento italiano è chiamato oggi ad approvare “con la massima sollecitudine” una “disciplina di carattere generale” che tuteli le unioni omosessuali. Le corti europee richiedono che la normativa da emanare sia conforme al principio di non discriminazione ed assicuri un trattamento giuridico omogeneo a quello delle coppie coniugate, giacché ogni disparità esporrebbe la legge a nuovo vaglio di legittimità.

Preoccupa, quindi, che il dibattito sociale e parlamentare sembri bloccarsi sul tema della genitorialità, agitando questioni estranee al ddl (quale quella della surrogazione di maternità, comunque oggi vietata in Italia) e rischi di arenarsi sullo scoglio della cd. stepchild adoption.

Quali giuristi (docenti universitari, giudici, avvocati) impegnati sui temi dei diritti fondamentali, del diritto di famiglia e dei minori, non possiamo non rilevare che l’adozione del figlio da parte del partner del genitore biologico (cd. adozione in casi particolari), diretta a dare veste giuridica ad una situazione familiare già esistente di fatto, rappresenta la garanzia minima per i bambini che vivono oggi con genitori dello stesso sesso.

Il riconoscimento giuridico della relazione anche nei confronti del genitore sociale assicura difatti al bambino i diritti di cura, di mantenimento, ereditari ed evita conseguenze drammatiche in caso di separazione o intervenuta incapacità o morte del genitore biologico, salvaguardando la continuità della responsabilità genitoriale nell’esclusivo interesse del minore.

Queste bambine e questi bambini esistono. Il Legislatore non può
cancellarli, non può voltarsi dall’altra parte, ignorandone le esigenze di protezione. La giurisprudenza italiana ed europea segnala come la scelta più ragionevole e giuridicamente corretta consista nel consentire ai giudici di valutare caso per caso se l’adozione da parte del partner assicuri la migliore protezione dell’interesse superiore dei figli di genitori omosessuali. La giurisprudenza di merito ha già individuato diverse modalità di tutela, secondo la disciplina vigente, consentendo l’adozione ex art. 44 lettera D, Legge adozioni e, in alcuni casi, la trascrizione di atti esteri.

Tutti i Paesi con civiltà giuridica a noi affine si sono dotati di strumenti efficaci per la tutela dei figli di genitori omosessuali: la stepchild adoption, in forma analoga a quella prefigurata nel ddl in discussione, è prevista da anni nella legge tedesca; alcuni dei maggiori paesi europei (Regno unito, Francia, Spagna) già ammettono l’adozione piena e legittimante.

Va, dunque, rigettato il ricorso a un inedito “affidamento in casi particolari” perché del tutto inadeguato alla protezione dei bambini, che non possono restare in balia di status precari e revocabili, ma che, al contrario, necessitano di stabilità giuridica, di genitori che abbiano responsabilità nella cura, nell’educazione e nel mantenimento sino alla maggiore età ed oltre.

Va, pure, respinta con forza l’ipotesi di una legge sulle Unioni civili che oggi regoli soltanto le relazioni tra gli adulti, perché ciò significherebbe l’ennesimo rinvio che ancora una volta lascerebbe senza protezione proprio i soggetti più deboli, i bambini.